In Italia si sta sviluppando e consolidando un sistema industriale - in particolare attraverso impianti di digestione anaerobica - dedicato al trattamento dei rifiuti organici, costantemente in crescita nell’ultimo decennio.
Il biometano è un esempio virtuoso di economia circolare, prodotto ecosostenibile e fonte energetica rinnovabile. L’utilizzo del biometano in Italia, infatti, rappresenta un importante fattore strategico per la politica energetica nazionale. Gli scenari sulle potenzialità del biometano da rifiuti - che è un metano “CO2 neutro” prodotto dalla purificazione del biogas - sono molto interessanti visti gli obiettivi nazionali di impiego di biocarburanti avanzati, i bassi impatti ambientali rispetto ai carburanti tradizionali e le potenzialità di impiego nazionali nonché gli obiettivi nazionali in materia di tutela ambientale, risparmio di risorse, energetiche e materiali, gestione sostenibile dei servizi pubblici locali.
Sostenere la filiera della frazione organica vuol dire anche promuovere la gestione ecosostenibile dei rifiuti urbani: in quest'ottica riteniamo utile condividere l’avvio, da parte di Sersys Ambiente, delle procedure di autorizzazione per due biodigestori di ultima generazione da realizzare a Civitavecchia e Gricignano d’Aversa, per un totale di 230 mila tonnellate/anno di frazione organica che saranno trasformate in energia rinnovabile.
Per l’azienda si tratta dei primi investimenti nel campo delle energie rinnovabili e del biometano in particolare. La potenzialità complessiva prevista per i due impianti è di 230.000 tonnellate/anno, di cui 190.000 tonnellate di rifiuti organici provenienti principalmente dalle raccolte differenziate dell’umido e 40.000 tonnellate provenienti dalla manutenzione del verde. L’investimento previsto sul territorio è di circa 80 milioni di euro per entrambi gli impianti, che saranno gestiti dalle società Ambyenta Lazio e Ambyenta Campania, controllate da Sersys Ambiente.
La realizzazione degli impianti consentirebbe a due Regioni, il Lazio e la Campania, storicamente penalizzate da una forte carenza di impianti di gestione rifiuti, di trattare sul proprio territorio un’ampia parte dei rifiuti che oggi vengono inviati altrove per trovare adeguato trattamento. Il tutto con un impatto positivo sia economico per le amministrazioni pubbliche, sia sotto il profilo ambientale, evitando le emissioni collegate al trasporto dei rifiuti verso altre Regioni. Senza dimenticare il prezioso contributo al raggiungimento dell’aliquota di combustibili rinnovabili imposta dall’Unione Europea.
Grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, gli impianti limiteranno al minimo l’impatto sull’ambiente circostante, prevedendo la depurazione di tutti i liquidi e il trattamento dell’aria per tutte le fasi che possano generare fenomeni odorigeni, peraltro già limitati in questo tipo di impianti, rispetto ai classici impianti di compostaggio, in quanto tutti i processi avvengono al chiuso.